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Software libero e Open Source

Redazione Webit
11 Febbraio 2004

Esiste oggi uno strumento legale che rende la tecnologia del software più accessibile e che porta le aziende operanti nel settore IT a competere non più per vendere il software in sé, ma per vendere i servizi ad esso associati.

In questo articolo parliamo di software libero, di licenze d’uso e di Linux, puntualizzando i principali concetti di base ed elencando i vantaggi offerti dal “free software” rispetto all’utilizzo di soluzioni proprietarie.

Il software libero

Originariamente tutto il software era libero. Chi sviluppava software aveva il diritto legale di copiare, studiare, modificare e redistribuire quello che aveva prodotto; non si poteva infatti mettere sotto copyright un programma per computer, né tantomeno brevettare qualsiasi concetto matematico ci stesse dietro.

A partire dagli anni settanta, diventò legale mettere sotto copyright i programmi per computer e brevettare gli algoritmi matematici. I fornitori di software smisero dunque di fornire il codice sorgente.

Nella prima metà degli anni 80, Richard Stallman formalizzò la definizione di “software libero” e diede vita a GNU, con lo scopo di tradurre in pratica il concetto di software libero, e creò la Free Software Foundation per dare supporto logistico, legale ed economico al progetto GNU.
Stallman espresse il software libero mediante quattro principi di libertà:

  • la libertà di eseguire il programma per qualunque scopo, senza vincoli sul suo utilizzo.
  • la libertà di studiare il funzionamento del programma, e di adattarlo alle proprie esigenze.
  • la libertà di redistribuire copie del programma.
  • la libertà di migliorare il programma, e di distribuirne i miglioramenti.


Il software distribuito con una licenza che rispetti questi principi è detto software libero (free software).
E’ bene notare che la libertà non necessariamente implica la gratuità.

Le licenze d’uso di un programma

La licenza d’uso è un documento legale, generalmente distribuito assieme a ogni programma, che specifica diritti e doveri di chi lo riceve.
La gran parte di quelle comunemente usate sono licenze proprietarie, cioè non libere, in quanto non garantiscono le quattro libertà. Un software proprietario quasi sempre non è liberamente copiabile, né modificabile.

La licenza del progetto GNU, detta “Licenza Pubblica Generica GNU” (GNU GPL), o semplcemente Licenza GPL, al contrario, concede tutte e quattro le libertà suddette, e si occupa di preservarle mediante il “permesso d’autore” (copyleft), secondo il quale le modifiche ad un programma possono essere distribuite solo con la stessa licenza del programma originale.

Chi modifica quindi un programma con licenza GPL e lo distribuisce con tali modifiche, deve distribuirlo sotto licenza GPL. La licenza GPL riflette quindi l’idea della cooperazione: se io concedo ad altri la libertà di modificare e redistribuire il mio programma, questi sono tenuti a concedere le stesse libertà sulle loro modifiche.

Esistono altre licenze che garantiscono le quattro libertà, e tra queste molto diffusa è la “licenza BSD“, che tuttavia è più limitata in quanto non prevede il permesso d’autore. Questo significa quindi che chiunque possa redistribuire anche in forma chiusa con una licenza proprietaria un programma BSD modificato, impedendo così ai propri acquirenti di modificarlo e redistribuirlo a loro volta.

Il movimento Open Source

Nel 1998 diverse personalità nel campo del software libero, vista la diffidenza del mondo degli affari verso quei principi di libertà carichi di ideologia, frutto di considerazioni politiche o di principio, diedero inizio ad un’attività volta a mettere in evidenza i numerosi vantaggi pratici, come la facilità di adattamento, l’affidabilità, la sicurezza, la conformità agli standard, l’indipendenza dai singoli fornitori. A tal fine scrissero la “Open Source Definition”, dando vita al movimento “open source“.

Un esempio del successo ottenuto grazie a questa campagna di promozione, è dato dall’atteggiamento dell’IBM, l’azienda che ha fatto di gran lunga i maggiori investimenti nel campo del software libero, la quale parla esclusivamente di open source, mai di software libero.

La voluta neutralità del movimento open source verso gli aspetti etici e politici del software libero è la caratteristica sostanziale che lo distingue dalla filosofia del software libero, che al contrario pone l’accento sulle motivazioni ideali. Parlare di software libero piuttosto che di open source è una questione politica piuttosto che pratica; i due movimenti concordano infatti sulle licenze considerate accettabili, ed hanno obiettivi e mezzi comuni.

Il sistema operativo GNU/Linux

Agli inizi degli anni ’90, Linus Torvalds, un giovane finlandese, sviluppò il nucleo (kernel) di un suo personale sistema operativo.
Linus chiamò questo kernel “Linux” ed adottò i programmi GNU che erano già stati scritti, ovvero l’ambiente GNU, rendendolo disponibile con licenza GPL, che permise a questo contributo di essere liberamente redistribuibile.
La combinazione dell’ambiente GNU e del kernel Linux portò ad avere un sistema operativo e un insieme di applicazioni usabili, il tutto sotto il nome di “GNU/Linux”, un nome che spesso viene accorciato semplicemente in “Linux”.

Linux è stato reso compatibile a livello di codice sorgente con i più noti standard nati intorno a Unix come l’IEEE POSIX, System V e BSD. Per questo motivo su Linux girano quasi tutte le applicazioni che girano su Unix: è sufficiente una ricompilazione. Web server come Apache (che è leader di mercato), potenti mail server come Sendmail e server database (commerciali) come Oracle, Informix, (open source) come MySQL e Postgres girano splendidamente sotto il sistema operativo FREE per eccellenza.

Linux utilizza un proprio file system per la memorizzazione dei file, chiamato ext2fs, ma ne supporta una gamma enorme. Con esso si possono quindi utilizzare anche dischi e dischetti MS-DOS e CD-ROM standard ISO 9660. Attraverso programmi come Samba si può rimpiazzare completamente NT come file server. Attraverso l’uso di tecnologie per il clustering, Linux può essere sfruttato per maneggiare le pesanti richieste per il supercomputing generate da molte applicazioni scientifiche/ ingegneristiche e da ambienti con elevati requisiti di affidabilità.

Il sistema ideato da Torvalds, è già da tempo entrato a far parte degli strumenti di ricerca della Nasa, scansando i ben più costosi sistemi proprietari. Grazie all’adozione di Linux, il centro di ricerca spaziale Usa ha ridotto notevolmente anche i costi per le licenze dei database, passando da software proprietari per i database al velocissimo Mysql Open Source. Anche il governo Usa ha varato un progetto per facilitare l’adozione di software Open Source nella pubblica amministrazione. Scelte analoghe sono state fatte anche da molti paesi europei.

I vantaggi del software libero

Sebbene la rilevanza economica del software libero sia ancora ridotta, si assiste da alcuni anni alla sua rapidissima crescita, che si suppone continui nel prossimo futuro.
Di seguito riassumiamo i principali vantaggi che l’utilizzo del software libero offre oggi; un’opportunità questa già colta da una parte significativa di Amministrazioni Pubbliche e aziende nei paesi tecnologicamente più avanzati.

Affidabilità
I programmi software sono entità complesse, costituite da migliaia o milioni di istruzioni, che se combinate in maniera sbagliata possono causare danni economici notevoli.
Uno dei vantaggi del software libero consiste nel fatto che più persone (anche migliaia) osservano il codice sorgente di un programma, e prima o poi una di queste individuerà il problema, che verrà corretto. Per contro, un ditta che produce programmi con codice chiuso e proprietario, e vende i propri aggiornamenti via via che ce ne sia bisogno, avrà addirittura un ritorno economico per lasciare almeno qualche errore nel proprio software. Questo sarà infatti uno dei motivi per i quali i suoi clienti saranno invogliati all’acquisto del successivo aggiornamento.

Efficienza
Altra importante caratteristica del software libero è che molte applicazioni possono girare su macchine obsolete e considerate di bassa potenza.

Sicurezza
Normalmente le distribuzioni di software libero sono meno vulnerabili di quelle relative a software proprietari.

Indipendenza dal fornitore
Le aziende possono scegliere il loro fornitore del software e dei servizi ad esso associati, senza avere legami di fatto difficilmente rescindibili. Una volta che si ha la possibilità di scelta, allora ecco che vengono presi in considerazioni gli altri concetti come l’affidabilità, l’efficienza e la sicurezza. In sostanza, la chiave per il buon software è data dalla libertà.

Economicità
Il software libero, ponendosi in alternativa ai costosi sistemi proprietari, offre l’occasione di abbattere i costi di sistemi informatici.

Infotel Telematica assiste le aziende che intendono migrare al software libero

E’ possibile utilizzare applicativi free software per la propria azienda? Come si definisce un piano di migrazione graduale al software libero? quali applicazioni sono realmente utilizzabili sia per la produttività individuale, sia per la gestione del sistema informativo aziendale?

Infotel Telematica è in grado di assistere le imprese che intendono ridurre i costi di licenza del software aziendale, occupandosi della preparazione del piano di migrazione più conveniente, formando il personale, e fornendo un supporto consulenziale all’utilizzo delle applicazioni free software.

Per saperne di più compila il modulo on-line e verrai contattato da un nostro esperto.

 

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