Bollette telefoniche
Il decreto legislativo n.171/1998 prevede che all’invio della prima fatturazione telefonica il gestore abbia l’obbligo di criptare le ultime cifre dei numeri chiamati.
Tuttavia in caso di contestazione da parte degli utenti telefonici, i quali vogliano visionare in chiaro le bollette e gli addebiti per controllarne la regolarità, l’Autorità Garante ha recentemente ribadito che gli abbonati hanno attualmente, ed in attesa di una riforma normativa, due possibilità per ottenere la comunicazione dei numeri completi delle utenze telefoniche:
- quando l’utente abbia la necessità di verificare l’esattezza e la legittimità di determinati addebiti, ovvero ci sia contestazione in riferimento ad alcuni periodi o chiamate;
- quando l’utente intenda esercitare il diritto di accesso ai propri dati così come previsto dalla legge sulla privacy (art.13 L. 675/96). In questa ultima ipotesi l’abbonato non è tenuto a dare alcuna particolare motivazione per richiedere i numeri “in chiaro”, potendo rivolgersi al gestore con una procedura informale.
Pertanto la legge sulla privacy non pone ostacoli alla visualizzazione dei numeri telefonici chiamati, compresi quelli a tariffazione speciale.
In particolare il problema di grande attualità riguarda i numeri che fanno capo al “709x“. Trattasi di numerazioni riservate alla fornitura di servizi telematici a valore aggiunto con addebito in bolletta. In conseguenza a tale sistema di numerazione definito a tariffazione speciale sono comparsi in rete i cosiddetti “dialer”, programmini creati ad hoc ed in grado di dirottare le connessioni impostando come numero di composizione per la stessa quello del servizio 709 invece che quello del proprio provider.
Tralasciando le problematiche relative alle condotte di chi, sotto la parvenza di “promozioni”, predispone veri e propri raggiri allo scopo di far scaricare in automatico i programmi (dialer) sul computer dei mal capitati utenti ed a loro insaputa, quello che qui interessa è evidenziare la situazione riguardante il controllo, anche se purtroppo sempre a posteriori, delle bollette telefoniche.
L’inghippo nasce nel momento in cui le connessioni dial-up a tariffa urbana sono passate da numeri standard a numeri unici, ossia con prefisso 702, e tutti i servizi a valore aggiunto sono passati alla numerazione 709.
Quello che viene evidenziato in bolletta, grazie al principio dell’obbligo di non indicare le ultime cifre dei numeri chiamati, è una fatturazione con dicitura “servizi 70x”, lasciando l’utente nell’impossibilità di verificare se si tratti di un normale 702, oppure di un numero 709 a tariffazione differenziata.
Questa mancanza di trasparenza deve essere risolta a favore degli utenti, che hanno, come ribadisce il Garante per la privacy, il diritto alla trasparenza per la verifica degli addebiti contestati in bolletta.
Essi pertanto possono conoscere in chiaro tutti i numeri chiamati in quanto la legge sulla privacy non pone alcun ostacolo in tal senso.
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