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I 9 (+1) errori che fanno le aziende (B2B e non solo) su Facebook

Categoria: Digital Marketing
Davide Pari
creative director / copywriter
28 Maggio 2019

La rivoluzione digitale ha “contagiato” e sta contagiando, nel bene e nel male, privati, imprese e mercati. Se in un primo momento molte delle aziende che lavorano in settori B2B si dimostravano restie al cambiamento, ora le vediamo “abitare” il social network più famoso al mondo, anche se spesso ci troviamo ad assistere a errori e strafalcioni, non di poco conto!
Per questo motivo abbiamo deciso di stilare i 9 (+1) errori più comuni delle aziende (B2B e non solo) su Facebook; non di certo con la presunzione di testare o meno la bravura di chi gestisce pagine social, ma con l’obiettivo di preservare da possibili errori futuri o di poter rimediare a quelli eventualmente già commessi.

Pronti?

Errore numero 1 – Invitare gli amici a mettere like alla pagina

Partiamo dall’ABC, dalle basi del galateo social, smorzando l’entusiasmo che si prova quando si invitano i propri amici a mettere like sulla nuova pagina Facebook.
Se pensi che l’operazione possa risultare innocua e utile, beh, sappi che potrebbe creare non pochi problemi alla tua pagina in futuro e potrebbe creare un po’ di confusione all’algoritmo di Facebook. Popolando la tua pagina di amici e conoscenti il rischio infatti è quello di costruire una base di pubblico non davvero interessata ai contenuti della pagina (e di conseguenza un pubblico anche poco interessante per la pagina stessa). E tutto questo rischia di compromettere la crescita del tuo pubblico e di abbassare terribilmente il tasso di interazione dei tuoi contenuti, a causa dello scarso interesse delle persone che hanno messo Mi piace. Cosa comporta un engagement rate ridicolo? Comporta che l’algoritmo farà vedere meno i tuoi contenuti alle persone, privilegiando quelli di pagine con tassi di interazione maggiori, e così via.. Meglio evitare, no?

Errore numero 2 – Pubblicare solo post di prodotti/servizi

Sappiamo che è difficile da accettare ma i contenuti autoreferenziali e promozionali piacciono a pochi e, soprattutto, non stimolano affatto il coinvolgimento degli utenti. Perché? È semplice: la comunicazione di prodotto da sola non può fare la differenza e diventa presto monotona, soprattutto in un contesto in cui l’utente è costantemente tempestato di offerte di ogni tipo. Impostare la propria presenza online esclusivamente su contenuti in cui si parla di quanto siano performanti i propri prodotti e utili i propri servizi è una tentazione, soprattutto per aziende B2B. Ma è una strategia che spesso può portare come unico risultato uno sbadiglio da parte dell’utente o, nel peggiore dei casi, un clic su “Smetti di seguire”. Metti da parte ( per un attimo) i tuoi prodotti e pensa di più a cosa può interessare davvero ai tuoi clienti, dà loro quello che cercano e cerca di costruire una reputazione autorevole per la tua azienda. I social, si chiamano così per questo, si fondano sull’interazione. Il tuo contenuto deve essere interessante, stimolare commenti e domande in modo da creare un rapporto con il pubblico.
Esistono un milione di pagine come la tua, chiediti sempre: perché dovrebbero seguire me e non i miei concorrenti?

Errore numero 3 – Pubblicare lo stesso contenuto su tutti i social aziendali

Ad ogni contenuto il suo canale, evita di condividere lo stesso identico post su due social network diversi. Per farla breve, ciò che va bene su Facebook non è detto vada bene anche per Instagram o Linkedin. Ogni canale è un mondo a sé stante, cambiano pubblici, orari, tipologie di contenuto e i comportamenti degli utenti che lo navigano. Facebook, che ha da poco cambiato il suo algoritmo, privilegia i contenuti originali e interattivi come i video. I motivi risiedono nel maggior utilizzo di dispositivi mobile da parte degli utenti, e il maggior apprezzamento della tipologia di contenuto. I video (brevi) vincono su tutto: dirette, video emozionali dovranno essere il pane quotidiano di ogni azienda, e in questo la piattaforma si è preparata fornendo tool e strumenti di creazione: caroselli dinamici, esperienze interattive e slideshow.

Errore numero 4 – Non gestire commenti/critiche

E se poi mi lasciano commenti negativi? Mettiamoci l’anima in pace, potrebbero arrivare! Per quanto la tua azienda possa condurre al meglio il lavoro, Facebook è una vetrina pubblica e nel bene e nel male, tutti possono dire la loro. Potrebbe arrivare la critica da un cliente insoddisfatto, da qualcuno che non ha apprezzato o compreso un messaggio pubblicitario, da chiunque abbia interesse a portare scompiglio alla tua attività. Il problema però non è la critica, ma il non rispondere ad essa in modo adeguato. È il tipo di risposta che avrà un impatto molto più significativo nella vostra fanbase.

Don’t panic! Ecco qualche punto da seguire in situazioni “di emergenza”:

  • Rispondi in breve tempo a domande, critiche e anche complimenti. I social network sono il regno dell’istantaneità, farsi trovare attivi e con la risposta sempre pronta è fondamentale.
  • Dimostra disponibilità a risolvere eventuali problemi.
  • Rispondi sempre a tutti e non cancellare post o commenti. Questa attività può spesso rivelarsi fastidiosa, ma è sempre importante ricordarsi che in ogni comunicazione emerge la personalità della tua azienda e i tuoi valori.
  • Monitora la reputazione online della tua azienda: controlla di che cosa parlano i tuoi clienti, se parlano di te e come.

Errore numero 5 – Usare hashtag come se non ci fosse un domani

Facciamo un po’ di chiarezza. Gli hashtag sono nati con lo scopo di rendere fruibili determinati argomenti attraverso l’uso di keyword. Nascono su twitter, consacrati da Instagram e oggi usati da molti (non si sa bene perché) anche su Facebook. Ovviamente non ti stiamo dicendo che utilizzare hashtag su facebook sia SEMPRE sbagliato, ma è importante moderarne l’uso e comprenderne l’utilità sulla piattaforma.
Scopriamo perché. Un’analisi di Socialbakers ha preso in esame il quantitativo di hashtag utilizzato da grandi aziende su Facebook.

Dalla ricerca è emerso che i post che all’interno contengono un numero ragionevole di hashtag (1 o 2) sono quelli che ottengono un maggior numero di interazioni. Man mano che l’uso di hashtag aumenta, si riduce anche il successo del contenuto. Il troppo stroppia e troppi hashtag creano confusione. Il loro utilizzo non ha più senso quando non aiuta la performance del post. Quindi #non #conviene #continuare #in #questo #modo!

Errore numero 6 – Pensare che facebook (per le aziende) sia gratuito

“Ma non era gratis?”
La portata organica dei post su Facebook ci sta abbandonando, aggiornamento dopo aggiornamento dell’algoritmo, arrivando in alcuni casi all’1% della fan base.
La caduta è giustificata essenzialmente da due motivi:
1- vengono pubblicati sempre più contenuti su Facebook e lo spazio della sezione notizie è lo stesso; su circa 1500 contenuti possibili generati dai nostri contatti, l’algoritmo ne filtra circa il 20%.
2- Facebook offrirà sempre di più agli utenti post rilevanti in base alle loro azioni ed interessi, anche per questo motivo i contenuti degli amici sono privilegiati rispetto a quelli delle pagine aziendali.

Non prevedere un discreto investimento in adv nella tua strategia social è un presupposto che non porterà a nulla di buono. Su Facebook essere bravi è importante, ma la bravura si ferma dove comincia Facebook Ads. Trovare il giusto mix di contenuti adeguati e budget per l’advertising è senza dubbio la chiave vincente.
Quanto investire? Sembrerà banale, ma come in tutte le cose: dipende.
Perché la spesa sarà determinata di volta in volta dagli obiettivi, dal tipo di contenuto da promuovere e dalle dimensioni del pubblico verso cui è indirizzata la campagna.
Ti sarà utile sapere che gli utenti di Facebook possono vedere solo un numero limitato di Ads al giorno ed è esattamente su questo presupposto che si gioca il posizionamento pubblicitario, seguendo un sistema d’asta tra tutti gli advertiser in competizione per l’attenzione.
La cosa che conta è stabilire un budget e gestirlo nel miglior modo possibile, raggiungendo potenziali clienti in maniera oculata e tenendo d’occhio le metriche più importanti.
L’unico modo per tararsi sull’investimento è quello di fare dei test, impostando più gruppi di annunci, rivolti a pubblici differenti. In questo modo potrai raccogliere dati utili per l’individuazione dell’audience con rendimento migliore per una determinata campagna.

Errore numero 7 – Non tracciare i dati e le conversioni delle campagne

Fare campagne con Facebook Ads e non monitorare le conversioni sul sito web preclude il controllo sull’andamento, non solo dell’annuncio in questione, ma anche del tuo business. Ecco perché esiste il Pixel di Facebook, lo strumento di raccolta di dati statistici che consente di misurare l’efficacia della tua pubblicità, seguire le azioni delle persone sul tuo sito e raggiungere gruppi di pubblico rilevanti per te e la tua azienda.
Il Pixel, traccia ogni comportamento dell’utente e agevola:

  • nel capire quante conversioni sono state attribuite alla campagna (contatti ricevuti, acquisti, iscrizioni newsletter, registrazioni ecc);
  • nel creare pubblici personalizzati (visitatori del sito, interazione pagine social ecc.) e lookalike (pubblici simili al pubblico del tuo sito web, alla tua community, ai tuoi clienti ecc.).

In questo modo ti assicuri che le inserzioni vengano mostrate alle persone giuste, con la possibilità di configurare e modificare gradualmente l’offerta in base alle azioni svolte dagli utenti nel tuo sito web (come l’aggiunta di un articolo al carrello o un acquisto). Il Facebook Pixel traccia ogni movimento e ciò ti permetterà di raggiungere di nuovo quel pubblico specifico tramite future inserzioni, creando così un tuo pubblico personalizzato.
Mai sentito parlare di ottimizzazione delle conversioni?

Errore numero 8 – Sottovalutare l’investimento di tempo e risorse

Siamo arrivati al punto 8 e se sei giunto fin qui avrai capito (o forse sapevi già) che Facebook non è solo uno strumento collaterale alla comunicazione aziendale. La sua gestione non può, e non dovrebbe, essere lasciata al caso, allo stagista di turno o “al cugino bravo”! Facebook ha regole precise, parla un linguaggio suo e far gestire la propria pagina aziendale a chi non detiene le giuste competenze potrebbe portare a gran parte degli errori visti fin qui.
Facebook prolifera di pagine anonime, senz’arte né parte, ma soprattutto senza professionalità, prive di piano editoriale e slegate da qualsiasi obiettivo aziendale. Nella migliore delle ipotesi una pagina gestita con superficialità non apporterà nulla di significativo al business, quindi perché mantenerla? Nella peggiore, potrebbe seriamente minare la reputazione aziendale. Sicuro di voler correre questo rischio?

Errore numero 9 – Pensare di ottenere tutto subito

Non affrettare i tempi!
Questa è una delle tante regole (non scritte) di Facebook e dei social network, in generale. Solo il fatto di avere una pagina non farà arrivare contatti. Serve tempo, costanza e dedizione per costruire una pagina di valore oltre ad una community di utenti attivi intorno al brand. Roma non è stata costruita in un giorno e, se può consolarti, non sarà così nemmeno per la tua brand identity digitale.
Facebook vive di persone e guadagnarsi la loro fiducia è un’operazione lenta che ha bisogno di attenzione, analisi e pianificazione. Questo processo di interazione tra consumatore e azienda prende il nome di Customer Journey, ossia l’itinerario che il consumatore percorre quando instaura una relazione con un’impresa. Il “viaggio” si snoda in diversi touchpoint online e offline e la sua durata può variare a seconda della tipologia di prodotto/servizio (prodotti e servizi ad alto valore aggiunto e alto prezzo richiederanno percorsi molto più lunghi per portare il consumatore alla conversione e alla fidelizzazione). Aggiustare il tiro e rimodulare il posizionamento sono attività da mettere in conto; senza dimenticare che il fattore tempo incide, non poco, sulla vostra strategia. Non scoraggiarti! Facebook, se ben utilizzato, ti darà grandi soddisfazioni.

Errore numero 10 – Non avere una strategia

Eccoci qua, giunti al termine di questo excursus tra i 9 (+1) errori più comuni delle aziende su Facebook. L’ultimo che andremo a descrivere è l’errore comune denominatore di tutti gli altri, li giustifica, preparando loro il terreno. Ed è….
Gestire Facebook senza una strategia digitale.

Definire una strategia digitale significa integrare tra loro leve e strumenti diversi al fine di massimizzare i risultati, risultati tarati in base a precisi obiettivi di business, che andrebbero verificati e rivisti con costanza a seconda dell’attività/settore.
Spesso il deficit di strategia digitale è figlio di una forma mentis immatura e poco predisposta a intraprendere opportunità di business diverse da quelle offline e tradizionali. Questo è particolarmente vero per le aziende B2B che pensano di avere prodotti troppo complessi e non adatti ai canali digitali.

Ad oggi, crediamo che la scelta di fare web marketing debba essere presa con cognizione di causa e non “perché lo fanno tutti” o “perché me l’hanno consigliato”. Prenditi il tempo necessario, informati e formati, valutando le numerose possibilità che il web ha da offrire alla tua azienda.
Senza una precisa strategia digitale, ben allineata con gli obiettivi aziendali, non si può andare lontano. Il rischio è quello di farsi trovare impreparati in caso di imprevisti o crisi aziendali, di pubblicare contenuti incoerenti con l’immagine del brand e di perdere del tutto il controllo della propria reputazione online.


Fonti:

https://www.socialbakers.com/?v=111&utm_expid=.7k-rVkZnTw-F3v6yiFk91w.1&utm_referrer=

https://www.veronicagentili.com/hashtag-facebook-si-no/

https://www.veronicagentili.com/quanto-investire-mensilmente-in-facebook-ads/

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